Odissea Telecom

Tutto è cominciato i primi di giugno, quando il telefono ha iniziato a gracchiare. Prima era soltanto un rumore fastidioso di sottofondo, poi è aumentato fino al punto che non si poteva più parlare se non al costo di sentire malissimo e di far perdere la pazienza a chi stava dall’altra parte della cornetta.

Comincia così la nostra avventura con il 187. Il solerte operatore ci assicura che nel giro di 48 ore ripareranno il guasto. Ovviamente le 48 ore passano e il telefono continua a gracchiare. Dopo circa 3 chiamate al mitico numero verde e una decina di giorni (alla faccia delle 48 ore!), finalmente la situazione torna alla normalità. O almeno, questo era quello che credevo… E invece, dopo qualche giorno l’adsl comincia a fare i capricci… La spia non resta più fissa, il che significa che la linea cade continuamente. Poi si riconnette da solo, fatto sta però che qualsiasi cosa stai facendo in quel momento, quando cade la linea si blocca tutto. Abbiamo provato ad aspettare qualche giorno per vedere se era un guasto passeggero, ma niente…

Così, si ricomincia con il 187. E qui viene il bello… Avremo fatto (tra Patrick, io e mio padre) all’incirca una ventina di chiamate e, a parte qualche rara eccezione, non abbiamo mai ricevuto risposte sensate. Poi TUTTE le volte era come riiniziare da capo, come se le chiamate precedenti fossero cadute nel nulla! Ma non usano i PC?  Quando aprono la chiamata non salvano il tutto sul PC? Qualcuno una minima ricerca la faceva e ovviamente saltava fuori che avevamo già chiamato, ma altri… Degli incompetenti pazzeschi! Per non parlare di quelli che prendono le chiamate e poi stanno zitti o di quelli che si fanno i fatti loro, parlando con altri o mangiando alla faccia tua! E tu che sei già incazzato per il problema e che sei stato in attesa minimo una decina di minuti, devi anche sopportare certe prese in giro… Non voglio prendermela con gli operatori dei call center, sia chiaro… So benissimo qual è la loro situazione lavorativa (schifosa!) e quanto sono sfruttati!! Ma noi poveri clienti che c’entriamo?? Cosa dovremmo fare? Ma perché al posto di un numero verde che non funziona assolutamente come dovrebbe, non mettono un numero a pagamento ma con operatori che sanno quel che fanno e che siano stati formati e preparati?? Non conviene forse?! Va beh, comunque sia finalmente lo scorso venerdì ci telefona la Telecom per dirci che una ditta piemontese è venuta sul posto per risolvere il guasto e che dovrebbe essere tutto a posto. Se così non fosse, avremmo dovuto chiamare un altro numero verde e inserire un codice… Fatto sta che la linea continuava a cadere lo stesso, così tra venerdì e lunedì chiamiamo quel numero verde che avrebbe dovuto essere risolutivo e che invece… squilla sempre a vuoto, nessuno risponde!

Alla fine, lunedì mio padre chiama un suo amico che lavorava alla Telecom, il quale ci mette in contatto con un tecnico che nel giro di un paio d’ore è a casa nostra. Faccio sommessamente notare che in più di un mese e mezzo, nessun tecnico si era mai fatto vedere. Come al solito in Italia per non perdersi nella burocrazia e per far sì che qualcuno si interessi ai tuoi problemi, devi mettere in moto una catena di conoscenze… Altrimenti, nessuno ti calcola! Va beh, fatto sta che il tecnico è venuto subito e ora, anche se la situazione non è ancora risolta, sembra essere in dirittura d’arrivo. O almeno si spera…

Pilates in Valle d’Aosta

Sapete cos’è il pilates? Io fino a ieri avevo solo una vaga idea… Poi sono andata dal fisioterapista per un problema al ginocchio (in pratica non ho dormito per una settimana per il dolore… 🙁 ), il quale mi ha detto senza mezzi termini che tutti i miei problemi derivano dalla schiena e dalla postura e che ho la schiena che fa schifo. Grazie! 😛 Va beh, fatto sta che mi ha caldamente consigliato il pilates e così mi sono informata e domani dovrei fare la lezione di prova. E poi vedremo… So che mi farebbe molto bene, ma io sono pigra per queste cose, mi stanco facilmente e soprattutto ho pochissima costanza! Ma ci proverò lo stesso, anche se so già che sarà dura!

Comunque sia, in sintesi, il Metodo Pilates è un sistema di allenamento focalizzato sul miglioramento della fluidità dei movimenti, della forza in tutto il corpo, senza creare un eccesso di massa muscolare; un sistema quindi in antitesi con il body building tradizionale. Ma il metodo Pilates non è solo esercizio fisico, è anche coordinamento fisico e mentale, svolto con attrezzi studiati appositamente e sotto la supervisione di allenatori specializzati.

Per approfondire: Pilates Island (sito del primo centro di Pilates in Valle d’Aosta, dietro cinelandia 😉 ) e Sara Allegri (sito dell’insegnante, vive da dicembre 2005 ad Aosta e arriva dal Texas San Antonio, dove ha conseguito il certificato di Pilates Personal Trainer).

Trasferta a Bologna

Giovedì 7 e venerdì 8 giugno sono andata a Bologna per lavoro.

Volevo raccontare alcuni episodi. Sono partita alle 8 dalla Regione e dopo una mezz’oretta di viaggio ho iniziato a sentirmi male. E già lì… Qui è meglio che stendo un velo pietoso, posso solo dire che era da tanto che non pativo così la macchina. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo di una quindicina d’anni quando mi bastava salire in macchina per stare male. Boh! Comunque, io e la mia collega siamo riuscite ad arrivare a Milano centrale appena in tempo per prendere il treno. Vicino a noi si sono seduti due tipi troppo fuori, un ragazzo e una ragazza che definire in carriera è dir poco. Stavo morendo dal ridere, hanno tirato fuori i loro pc portatili e i telefonini, poi hanno iniziato a parlare di lavoro e di contratti di telefonia da vendere a destra e a manca. Ogni tanto scrivevano mail in francese, inglese o tedesco, ovviamente raccontando il tutto a voce alta… Poi parlavano del loro capo americano, un certo John e dei suoi metodi lavorativi. E com’erano vestiti!!! Certo che c’è gente di tutti i tipi in giro! Poi hanno pure iniziato a parlare delle loro avventure amorose (non erano molto fortunati in amore…)  . Il giorno successivo una andava a Londra e l’altro a Parma e poi chissà dove… Che vita!

Ma anche il viaggio di ritorno è stato particolare, questa volta in treno eravamo vicine a tre ragazze bellissime. Ma davvero! Continuavo a guardarle perché erano proprio perfette, nessun difetto visibile. E poi mi incuriosivano perché 3 amiche così belle insieme non le avevo mai viste! Cercavo di capire chi fosse la più bella tra le 3. (non avevo niente di meglio da fare! 😛 ). Ad un certo punto suona il cellulare di una delle 3, era il suo agente che l’avvertiva che l’indomani doveva sfilare per Freddy. Erano 3 modelle quindi……

Una volta arrivate a Milano centrale, siamo salite in macchina e questa volta il viaggio di ritorno è stato piacevole. Tutto normale sino a dopo Block buster, quando abbiamo visto un cane impaurito sulla statale. L’abbiamo quasi messo sotto… Così l’autista si è fermato e sono andata a vedere cos’era successo. Nel frattempo sono scesi anche una mamma con un bambino, una signora anziana e 2 ragazzi. Cercavamo tutti quanti di prendere il cane… Ma lui poverino aveva una paura folle e stava per riandare in mezzo alla strada. Poi s’è messo in un angolino e s’è nascosto sopra una specie di cespuglio. Tra l’altro, oltre che impaurito, era anche molto magro e debilitato. Chissà quante ne ha passate, povera bestia! Comunque, abbiamo cercato il numero del canile senza trovarlo (io ho chiamato anche l’892892 e la tipa mi diceva “vuole il numero di un rifugio per animali? un albergo? un ritrovo? ma si chiama proprio canile? in valle d’aosta??”.  Ma svegliaaaaaaa! Alla fine ho posato…). Per fortuna dopo una decina di minuti è passata una macchina dei carabinieri, la mamma con il bambino l’ha vista così s’è sbracciata per farli fermare e dopo un po’ sono tornati indietro per chiederci se avevamo bisogno. Il carabiniere aveva paura del cane, ho cercato di tranquillizzarlo dicendogli che era più spaventato lui e che non era per niente cattivo… Ma lui ha preferito tenersi a debita distanza. Alla fine hanno chiamato il numero del pronto intervento canino (non so quale sia, ma devo informarmi perché potrebbe sempre tornare utile!) e sono venuti a prenderlo. Il giorno dopo sono andata al canile a trovare il mio futuro micino (Odino, un gatto dolcissimo, simpatico e molto vispo anche se con problemi di deambulazione ) e ho chiesto informazioni sul cane. L’hanno messo nel box 20. Ne approfitto per dire che se qualcuno potesse prenderlo sarebbe bellissimo, lì è tristissimo e praticamente non si muove. E’ un meticcio marroncino giovane e di taglia media. Non penso sia un cane difficile, ha solo bisogno di qualcuno che gli stia vicino e lo tranquillizzi. E ovviamente ha bisogno di mangiare… Se qualcuno invece volesse un gatto, consiglio Diana. Una gatta bianca di circa 6 anni molto affettuosa e perfetta per la casa. Ha qualche problemino agli occhi (è stata operata da poco) e ad un orecchio, ma nulla di preoccupante e per ora è perfettamente autonoma! Andrebbe benissimo per persone anziane ma anche per famiglie.

Va beh, in pratica ho parlato solo dei viaggi e non ho detto nulla sulla trasferta vera e propria… Ma non è così interessante da raccontare e poi ho già scritto fin troppo (come sempre!).

7 in condotta

Oggi avevo voglia di ridere… Così mi sono letta alcune note assurde su questo sito: 7 in condotta. Ogni tanto ho nostalgia delle risate che mi facevo a scuola, capitava di ridere talmente tanto da non riuscire a smettere e per non farsi beccare si stava immobili e gli occhi lacrimavano come non so che cosa… Quella che mi è rimasta più impressa è il “tizio CAZZIO e sempronio” della mia prof di italiano. Tra l’altro ci stava urlando dietro ed era una di quelle prof con cui non si scherza… Nessuno ha osato ridere, nonostante dopo il CAZZIO pure lei è ammutolita e per un paio di minuti non è volata una mosca. Poi qualcuno ha provato a dire “sempronio” e lei ha continuato con la ramanzina. Io ero pure in prima fila e non potevo nascondermi ma piangevo dal ridere… Un’altra carina è quand’è passato un elicottero molto rumoroso e la prof di inglese ha iniziato ad urlare di stare zitti e non voleva sentire ragioni! Abbiamo provato a dirle che era un elicottero e si è incazzata ancora di più. Poi un prete (non era un prete vero, era un supplente di italiano, ma noi lo chiamavamo così perché si vestiva e comportava come tale, sembrava sempre sul punto di pregare) nel bel mezzo della lezione ha detto, con tono pacato, “basta, mi sono rotto i coglioni. E adesso non spiego più”. Siamo rimasti tutti sconvolti. Poi c’era il prof di filosofia che appena entrava in classe diceva che chi voleva seguire doveva avvicinarsi in prima fila mentre gli altri potevano andarsene nel gabbiotto delle bidelle. Ovviamente eravamo tutti nel gabbiotto…….

Ecco qualche nota presa dal sito 7 in condotta.

“Alla richiesta della prof. di italiano “dimmi una frase con un congiuntivo” l’alunno M.M. risponde “che tu sia maledetta”.

“Suo figlio stava giocando a calcetto con alcuni suoi compagni e senza alcun motivo è uscito dalla palestra con il pallone decidendo di farsi un giretto per la scuola”.

“Campi sta lavando per terra” .

“L’alunno M******* entra in classe alle ore 12.50 con due cartoni di pizza in mano”.

“La classe mi lancia delle castagne”.

“Dalla classe 3C provengono urla indemoniate. Suppongo (spero) non vi sia il docente. La mia lezione ne risulta fortemente disturbata”.

“L’alunna V.A. presenta una giustificazione per i giorni 25 26 e 27 firmata dalla nonna sostenendo che i suoi genitori sono in fila in autostrada. Richiedo colloquio con i genitori”.

“Gli alunni di Francese della III B appaiono del tutto disinteressati alle lezioni in quanto, ogni qualvolta entro in aula, la classe è assente e al suo posto trovo un foglio la cui scritta recita “Trovateci”. Richiedo provvedimenti”.

“Gli alunni Ambrosi, Degan, Fossato, Braga e Lanza entrano in bagno portando con loro i camici da laboratorio; ne escono pochi minuti dopo coperti solo dai suddetti camici e si mettono a passeggiare per l’istituto discutendo tra loro di chimica”.

“La classe mi ruba per l’ennesima volta una biro bic”. (questa potrebbe averla scritta Patrick!  ).

Il mezzadro scozzese

Ieri ho fatto un po’ di pulizia nel mio portafoglio e, tra le altre cose, ho trovato un ritaglio di giornale che risale addirittura al 2002. L’ho letto e mi è subito tornato in mente perché l’ho tenuto così a lungo (e continuerò a farlo…). E’ tratto dal Buongiorno di Massimo Gramellini su La Stampa. Piccola premessa: sono una persona tendenzialmente scettica ma aperta ad ogni ipotesi (per esempio religiosa o spirituale o altro…), credo nel destino ma credo anche che gran parte di esso lo creiamo noi. Ad ogni nostra azione corrisponde una reazione che magari non ci è dato conoscere. Ma quando si ha la possibilità di scelta tra più alternative (e capita quasi sempre anche se non ce ne rendiamo conto) il nostro destino o quello di qualcun altro cambia, forse anche minimamente ma nulla resta uguale. Avete mai visto il film Sliding doors? (se no cliccate sul titolo! 😉 ). Beh, il senso è più o meno quello.

Ma torniamo al nostro Mezzadro.

Mentre era al lavoro nei campi, un povero mezzadro scozzese sentì un grido d’aiuto provenire dalla palude vicina. Vide un bambino che affogava nelle sabbie mobili e a rischio della propria vita lo salvò. Il padre di quel bambino era un nobile: la sera stessa bussò alla casa del mezzadro e per sdebitarsi si offerse di pagare le scuole a suo figlio. Così il figlio del mezzadro poté frequentare i migliori istituti del Regno Unito e laurearsi in medicina fino a diventare famoso. Il suo nome infatti era Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina. Qualche tempo dopo, il figlio del nobile che il mezzadro aveva salvato si ammalò gravemente di polmonite e la penicillina lo guarì. Si chiamava Winston Churchill, il premier britannico che fermerà Hitler. Senza saperlo, con un solo gesto il mezzadro scozzese aveva cambiato due volte la storia dell’umanità.

Per chi si ritrova bombardato di notizie e sballottato fra eventi che non capisce più, questa storia vera rilassa come un massaggio alla cervicale. Combatte quel senso di inutilità che ci pervade fino a immobilizzarci, come se ogni cosa fosse sfuggita al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma le azioni di ogni individuo producono sempre un risultato da qualche parte. E hanno un senso preciso, anche quando chi le compie gliene dà un altro oppure nessuno, dal momento che non gli è concesso di conoscere tutto il copione.