2 giugno – Festa della Repubblica (con un po’ di amarezza…)

Dal Buongiorno di Gramellini di oggi.

Nel giorno della parata militare lungo i Fori, oso sperare che nessuno sottovaluterà l’importanza dell’acquisto di centotrentuno cacciabombardieri F-35, centoventuno caccia Eurofighter e cento elicotteri NH90 da parte delle nostre Forze Armate. Con una certa malizia i Verdi fanno notare che lo scontrino complessivo di una spesa degna del set di «Apocalypse now» ammonta a 29 miliardi di euro, 5 in più della manovra (a proposito di apocalissi).

Ma tutti sappiamo che, oggi come oggi, senza un cacciabombardiere non si va da nessuna parte. Quindi lungi da noi l’idea populista di rinunciare al rombo dei motori guerrieri per tutelare lo stipendio di un impiegato pubblico o la sopravvivenza di un ente culturale. Però, forse, almeno un accenno a questa eventualità poteva essere fatto da chi ci governa. Anche solo come gesto di trasparenza e di cortesia: cari italiani, vi chiediamo di stringere la cinghia, però sappiate che i vostri sacrifici non saranno vani, perché dei cacciabombardieri così belli non li ha nessuno. Per non parlare degli elicotteri.

L’emozione sarebbe stata talmente forte che i dipendenti dello Stato avrebbero donato, se non l’oro (di cui al momento sono sprovvisti), i loro straordinari alla Patria, pur di consentirle di sfrecciare invitta e gloriosa nei cieli. E i poliziotti avrebbero sbandierato con orgoglio la mancanza di soldi per il carburante delle auto di servizio, con la tranquilla consapevolezza di chi sa che per combattere la mafia, stroncare la corruzione e proteggere i cittadini, nulla è più efficace di uno stormo di cacciabombardieri.

Che dire?? Complimenti! 🙁

Emergency Aosta

Qualche tempo fa ho ricevuto una mail con la quale mi si informava dell’intento di ricostituire un gruppo di Emergency in Valle d’Aosta. Cos’è Emergency? In sintesi:

Emergency è un’associazione italiana indipendente e neutrale.
Emergency offre assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualità alle vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Emergency promuove una cultura di solidarietà, di pace e di rispetto dei diritti umani.

Come opera?

Perché la salute sia un diritto di tutti Emergency:
– offre assistenza completamente gratuita;
– garantisce cure a chiunque ne abbia bisogno, senza discriminazioni politiche, ideologiche o religiose;
– dà una risposta sanitaria di qualità, utilizzando protocolli terapeutici e metodi di lavoro standardizzati e già sperimentati in situazioni di emergenza;
– forma il personale locale fino al raggiungimento della completa autonomia operativa.

Emergency costruisce:
– ospedali dedicati alle vittime di guerra, alle emergenze chirurgiche, a terapie specialistiche in aree che ne sono prive;
– centri di riabilitazione fisica e sociale;
– posti di primo soccorso per il trattamento delle emergenze;
– centri sanitari per l’assistenza medica di base;
– centri pediatrici.

Tutte le strutture di Emergency sono progettate, costruite e gestite da staff internazionale specializzato, impegnato anche nella formazione del personale local.

Nella mail c’erano anche i numeri di telefono da contattare in caso fossi interessata. Ne ho parlato con Patrick – dato che entrambi condividiamo i principi di Emergency – e poi ho chiamato, così venerdì scorso abbiamo incontrato la responsabile di Emercency di Grosseto (Chiara Rivolta) e abbiamo parlato insieme a lei e ad altre due persone. Martedì sera, presso il Centro servizi per il volontariato di via Xavier de Maistre 19, avremo un altro incontro. Vedremo se possiamo renderci utili in qualche modo… Le attività sono tante (dai “classici” banchetti alla gestione della newsletter, dall’attività informativa nelle scuole ai convegni, dal teatro ai libri, ecc.). A prescindere da come andrà: auguro il meglio ad Emergency e a tutto il mare di volontari che fanno grande quest’organizzazione e spero che anche in Valle d’Aosta possa esserci nuovamente (dopo un’esperienza non del tutto positiva in passato) un suo gruppo territoriale! Più si è a diffondere la cultura di pace in questo mondo malato e meglio è! (chissà in quanti sanno che il 90% delle vittime di una guerra sono civili, tra i quali tantissimi bambini… e solo il 7% militari!).

25 aprile

Sempre per non dimenticare…

25 aprile

Riporto anche l’incipit di un bell’articolo trovato in rete… La festa della liberazione non riesce a diventare festa di tutti. Eppure, è possibile. Basta ricordare che la Storia è fatta di storie. Dove non si confonde chi lottava per la causa giusta e chi stava dalla parte sbagliata. Ma dove si vede che anche nel male ci può essere del bene. E un pezzo del finale: Per fortuna, grazie a chi aveva deciso di stare dalla parte giusta, oggi possiamo raccontare di quel 25 aprile del 1945. Una bella giornata di sole. E festeggiarlo, tutti. Perché quella libertà ci permette di essere qui, in questo Paese confuso e immerso in tanti problemi. Da uomini liberi ed uguali.

Il resto, se vi interessa, lo trovate qui.

A proposito del funerale di Raimondo Vianello…

Ieri, come in tanti credo, ho avuto modo di vedere alcune immagini del funerale di Raimondo Vianello. Che dire?? Sarò un’ingenua, un’illusa e forse vivo al di fuori dal mondo ma ogni volta mi stupisco di quanto il dolore sia diventato uno spettacolo. Capisco che Vianello era un personaggio pubblico, ma non riesco proprio a capire la spettacolarizzazione estrema. Un po’ di rispetto in più non guasterebbe… Soprattutto per una donna, Sandra Mondaini, a sua volta malata e disperata (forse una delle poche ad esserlo davvero), che ha passato con suo marito quasi tutta la vita e che ora si ritrova sola… Con un dolore inimmaginabile. Sono 2 le scene che mi hanno davvero intristita: la prima, quando Sandra è arrivata in sedia a rotelle in mezzo alla folla, folla come al solito rumorosa e che la acclamava, battendo le mani. Non capirò mai questa usanza, credo recente, di applaudire ai funerali. Trovo che sia davvero di cattivo gusto. La seconda scena è quella che più mi ha colpita, mi è venuta una tristezza mista a rabbia e mi ha lasciata senza parole. Si tratta del momento in cui Pippo Baudo ha preso la parola e ha iniziato a dire qualcosa del tipo (non ricordo le esatte parole, ma il senso era questo): “Raimondo se n’è andato pensando che finalmente si fosse liberato di Sandra, ma in realtà Sandra è qui vicino a lui e sarà sempre vicino a lui, è vero Sandra?“, al che lei si è lamentata e ha biascicato qualche parola. Baudo, che avrebbe fatto bene a lasciar perdere, ha continuato: “Sandra, dì Raimondo, chiama Raimondo, chiamalo, dì forte Raimondo!“. Sandra a quel punto, con le poche forze che aveva, ha urlato: “Raimondo!!!” e tutta la folla dietro ad urlare con lei, ad applaudire… Come se non bastasse, la telecamera ha ripreso da vicino Sandra e Berlusconi, che le è sempre stato vicino, che sorrideva a 32 denti… Boh, sono sempre più convinta che viviamo in una brutta brutta società dell’immagine. Potrà salvarci solo internet??

Il miliardario pop

Dal Buongiorno di Gramellini del 9 aprile…
Non commento perché purtroppo si commenta da solo.

Nella lontanissima Thailandia una massa di contadini poveri e arrabbiati ha invaso la metropoli Bangkok per riportare al potere un miliardario. Si tratta del presidente del partito Thai rak Thai: i Thai amano i Thai. I rivoltosi accusano i governativi di essere una cupola di algidi snob e di aver fatto fuori l’ex premier (il miliardario dell’amore) grazie a un ribaltone parlamentare propiziato dalla compiacenza dei poteri forti e dalle inchieste della magistratura. Il miliardario, in esilio dopo una condanna per corruzione, possiede un impero di telecomunicazioni, una squadra di calcio fra le più importanti d’Europa e una quantità imprecisata di villone. Eppure i poveri ribelli sostengono che lui è uno di loro e prendono a calci le auto di media cilindrata della borghesia intellettuale di Bangkok – impiegati, insegnanti, funzionari pubblici – che li disprezza e da cui si sentono disprezzati. Per rappresaglia il governo ha oscurato la tv del miliardario, il cui portavoce (un cantante) ha minacciato pesanti ritorsioni.

Ora, è evidente che quella è la Thailandia e certi fenomeni populisti non potrebbero mai attecchire qui da noi. Ma da osservatori, sia pure distaccati, ci poniamo egualmente un quesito: come è possibile che un povero contadino si senta rappresentato da un miliardario e accusi di snobismo e insensibilità sociale chi sta appena un po’ meglio di lui? Chissà se qualche thailandese si degnerà di risponderci.