Buon 8 marzo!

Auguri a tutte le Donne!

Grazie a Patrick per il pensiero molto gradito…E grazie anche a La Vallée, giornale locale, che oggi ci ha fatto una bella sorpresa! Inizialmente avevamo pensato proprio a questa data per il nostro matrimonio, una data carica di significati (l’8 è il nostro numero e poi non sarebbe stato affatto male sposarsi proprio la festa della donna! ). Poi per vari motivi abbiamo cambiato data (e sono convinta che, alla fin fine, sia meglio così), ma si vede che l’idea iniziale da qualche parte doveva “rispuntare”! 😛

Buon San Valentino!

Festa commerciale, quasi nessuno la considera (o, almeno, questo è quel che di solito si dice!) ma… Ha comunque un suo fascino! Per lo meno, io la penso così! 😉

Vi dedico qualche piccola poesia sull’amore. La prima si intitola proprio…

Sull’Amore

Si chiama amore ogni superiorità, ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amore per noi stessi e per il nostro destino, affettuosa adesione
a ciò che l’Imperscrutabile vuole fare di noi anche quando
non siamo ancora in grado di vederlo e di comprenderlo –
questo è ciò a cui tendiamo.

Herman Hesse

Saprai che non t’amo e che t’amo

Saprai che non t’amo e che t’amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un’ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai:
per questo non t’amo ancora.

T’amo e non t’amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t’amo quando non t’amo
e per questo t’amo quando t’amo.

Pablo Neruda

 

Non esprimere l’amore…

Non esprimere l’amore,
Quello vero è sempre ascoso;
È uno spirito che si muove
Silenzioso, misterioso.
Dichiarai il mio grande amore
Il mio cuore le si aprì;
Con paure orrende, fredda,
Ah, tremando, lei fuggì.
Come fu da me lontana
Un viandante l’accostò,
Silenzioso, misterioso:
Sospirò e la conquistò.

William Blake

Concludo con una poesia catartica 😛 di Flavio Oreglio!

Vederti da lontano

Mi è bastato vederti da lontano… per capire quanto era grande la tua bellezza;
mi è bastato vederti da lontano… per capire quanto ti avevo già desiderata;
mi è bastato vederti da lontano… per capire da quanto tempo ti avevo aspettata.

Mi è bastato vederti da vicino… per capire… minchia, da lontano non ci vedo proprio più un cazzo.

Flavio Oreglio

P.S.: non sono un’amante della poesia, forse perché spesso non la capisco e mi annoia… Ma le poesie che ho riportato sopra mi piacevano davvero!!

Dido

Vorrei esprimere la mia solidarietà a Loredana e Nicolò che il 13 gennaio 2008 hanno perso tragicamente il loro splendido labrador Dido.

Cliccate qui per vedere un video con i vari momenti della sua vita… A me è venuto il magone, certi argomenti mi coinvolgono sempre moltissimo e in questo caso c’è anche la rabbia per come è morto. Bisogna dire grazie ad una scarica elettrica proveniente da uno di quei faretti che illuminano Porta Praetoria ad Aosta. Tra l’altro ci sarò passata sopra tante di quelle volte e come me tutti quelli che vivono/lavorano nei pressi del centro di Aosta… Non so di chi è la responsabilità, non capisco cosa possa essere successo, ma spero che – quanto meno – la verità venga presto appurata e che Loredana e Nicolò siano risarciti.

Forse qualcuno penserà che era solo un cane. Sì certo, meglio lui che un bambino… Ma quando si perde (in un modo assurdo poi) qualcuno a cui si vuole bene, non ha importanza di cosa si tratti ma solo la sofferenza che si prova. E’ un’ingiustizia, non sarebbe dovuto succedere né a Dido né a nessun’altro. Punto.

Il Natale dal punto di vista delle oche

Fonte: Vanity Fair n° 50 del 20 dicembre 2007, articolo di Edoardo Camurri.

Buon Natale e abbuffatevi come si deve senza pensare alla glicemia. Ingozzatevi di quello che preferite, fino a non poterne più, ma lasciate perdere (per sempre) il paté d’oca e di anatra. E’ molto elegante, è vero, dire al vostro commensale se gradisce del foie gras, ma in realtà gli state rifilando del fegato malato (trattasi di steatosi epatica) di un’anatra o di un’oca che è stata sovralimentata forzatamente, più volte al giorno, con un tubo metallico lungo trenta centimetri infilato in gola e spinto giù fino allo stomaco. Mentre state gustando il vostro foie gras, sappiate anche che dopo ogni sessione di alimentazione forzata, le oche e le anatre soffrono di dispnea e di diarrea, a molte si spezza il collo, a quasi tutte viene tagliato il becco, le anatre femmine vengono poi macellate vive o asfissiate con il gas eccetera. L’elenco delle torture, se volete, può essere ancora più lungo (per esempio, capita che in alcuni allevamenti i pulcini vengano frullati vivi) e va moltiplicato per trenta milioni, trenta milioni di oche e anatre che ogni anno vengono uccise in questo modo. Lasciamo perdere il paté d’oca e d’anatra, dunque. E buon Natale.

Non lo sapevo che il foie gras si ottenesse sempre in questo modo. 🙁 Credevo che potesse essere anche fegato d’oca “sano” e invece… Non ho parole.

Dal sito della lav:

Il foie gras è il fegato di oche ed anatre gonfiato in modo abnorme a seguito di un metodo d’alimentazione denominato “gavage” (ingozzamento) che causa in questi animali l’insorgere di una malattia del fegato denominata steatosi epatica. Il trattamento dura dalle 2 alle 4 settimane durante le quali viene sparata direttamente nel gozzo degli animali, dalle 3 alle 8 volte al giorno, una palla di mais cotto e salato del peso di circa 400/500 grammi (come se una persona del peso di 80 Kg fosse costretta a mangiare 20 Kg di spaghetti al giorno). L’ingozzamento viene praticato attraverso un tubo metallico di circa 28 cm che viene infilato nella gola causando, tra l’altro, lesioni e fratture del collo e lesioni del gozzo con conseguenti infezioni, soffocamenti.
In Italia, nel 1996, sono stati importati quasi 10.000 Kg di fegato d’oca “trattato”; si può stimare intorno alle 25.000 il numero di oche torturate ed uccise all’estero ogni anno per soddisfare i palati italiani e più o meno altrettante sono quelle che subiscono la stessa sorte negli allevamenti nostrani.

Schifo!