Il Natale dal punto di vista delle oche

Fonte: Vanity Fair n° 50 del 20 dicembre 2007, articolo di Edoardo Camurri.

Buon Natale e abbuffatevi come si deve senza pensare alla glicemia. Ingozzatevi di quello che preferite, fino a non poterne più, ma lasciate perdere (per sempre) il paté d’oca e di anatra. E’ molto elegante, è vero, dire al vostro commensale se gradisce del foie gras, ma in realtà gli state rifilando del fegato malato (trattasi di steatosi epatica) di un’anatra o di un’oca che è stata sovralimentata forzatamente, più volte al giorno, con un tubo metallico lungo trenta centimetri infilato in gola e spinto giù fino allo stomaco. Mentre state gustando il vostro foie gras, sappiate anche che dopo ogni sessione di alimentazione forzata, le oche e le anatre soffrono di dispnea e di diarrea, a molte si spezza il collo, a quasi tutte viene tagliato il becco, le anatre femmine vengono poi macellate vive o asfissiate con il gas eccetera. L’elenco delle torture, se volete, può essere ancora più lungo (per esempio, capita che in alcuni allevamenti i pulcini vengano frullati vivi) e va moltiplicato per trenta milioni, trenta milioni di oche e anatre che ogni anno vengono uccise in questo modo. Lasciamo perdere il paté d’oca e d’anatra, dunque. E buon Natale.

Non lo sapevo che il foie gras si ottenesse sempre in questo modo. 🙁 Credevo che potesse essere anche fegato d’oca “sano” e invece… Non ho parole.

Dal sito della lav:

Il foie gras è il fegato di oche ed anatre gonfiato in modo abnorme a seguito di un metodo d’alimentazione denominato “gavage” (ingozzamento) che causa in questi animali l’insorgere di una malattia del fegato denominata steatosi epatica. Il trattamento dura dalle 2 alle 4 settimane durante le quali viene sparata direttamente nel gozzo degli animali, dalle 3 alle 8 volte al giorno, una palla di mais cotto e salato del peso di circa 400/500 grammi (come se una persona del peso di 80 Kg fosse costretta a mangiare 20 Kg di spaghetti al giorno). L’ingozzamento viene praticato attraverso un tubo metallico di circa 28 cm che viene infilato nella gola causando, tra l’altro, lesioni e fratture del collo e lesioni del gozzo con conseguenti infezioni, soffocamenti.
In Italia, nel 1996, sono stati importati quasi 10.000 Kg di fegato d’oca “trattato”; si può stimare intorno alle 25.000 il numero di oche torturate ed uccise all’estero ogni anno per soddisfare i palati italiani e più o meno altrettante sono quelle che subiscono la stessa sorte negli allevamenti nostrani.

Schifo!

5 commenti su “Il Natale dal punto di vista delle oche”

  1. …era meglio che rimanesse “nessun commento”… anche perchè non c’è molto da dire….

    In ogni caso non l’ho mai mangiato e non me ne frega ASSOLUTAMENTE NULLA di assaggiarlo, e adesso, ancora meno!!!!

  2. commento anch’io con NO COMMENT.
    (odio mio suocero che si vanta di averne sempre in casa)

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