Patrick:
Riporto un articolo che ho letto con attenzione… Il tono è abbastanza “pungente”, ma secondo me ci sta tutto… purtroppo…

“Un termovalorizzatore “travestito” da teleriscaldamento in una Valle d’Aosta dove la Giunta regionale fa politica somigliante sempre più a quella berlusconiana . «Libera speculazione in libero stato (minuscolo, per loro) è il comune obiettivo- dice Maria Pia Simonetti di Legambiente – Che lo si travesta da volano per l’edilizia o per il turismo, il consumo di territorio promosso con le leggi sugli aumenti di volumetrie per gli esercizi di ristorazione e ricezione prima (DL 28, aumento del 40%) e per le case private e i locali destinati ad attività industriali e artigianali poi (DL 45 aumento dal 35% al 45%) è una grande festa per gli speculatori
. Questi potranno contare anche su una nuova legge per la Valutazione d’impatto ambientale fatta in modo che gli ambientalisti non possano metterci il naso. La privacy è sacra per gli speculatori, proprio come per i pedofili e i pornomani». Il tutto forse perché alle recenti elezioni europee l’Union Valdôtaine (partito di maggioranza relativa in Valle d’Aosta, con forte impronta autonomista ndr) si è alleata con la Pdl?
Forse perché si piacciono e condividono la stessa linea politica? O forse perché la linea dell’Union è condivisa, copiata e perseguita sulla scia berlusconiana? Di fatto in Valle d’Aosta si assiste a quella che «viene chiamata semplificazione, perché infatti semplifica la vita a chi vuol far soldi a spese dell’ambiente, della collettività e delle generazioni future» dice ancora Simonetti.
Il tutto è facilmente deducibile anche dalla questione riguardante l’inceneritore in Valle d’Aosta.
Fino a poco tempo fa tale questione sembrava fosse risolta con forti garanzie che non si dovesse più fare. Una bella vittoria degli ambientalisti e del movimento valdostano NoInc. Pareva .
E invece con una “astuzia” da parte del Presidente della Giunta Regionale, Augusto Rollandin (già “Premio Attila” datogli dal Wwf nazionale 1986 per la scarsissima attenzione verso l’ambiente e la natura, ma anche – si legge su wikipedia- condannato nel 1994 in via definitiva dalla Cassazione a 16 mesi di reclusione ed all’interdizione dai pubblici uffici per abuso d’ufficio per favoreggiamenti in appalti e, nonostante la condanna, nel 2001 si candida al Senato della Repubblica e viene eletto; in seguito è stato riabilitato dai magistrati per quella condanna, ossia sono estinte le pene accessorie della condanna, tra le quali l’interdizione dai pubblici uffici che causa l’ineleggibilità a consigliere regionale, tant’è che nel 2008 si ricandida nuovamente a consigliere regionale della Valle d’Aosta e oggi ricopre la carica di Presidente della Giunta regionale valdostana ndr) buttatolo fuori dalla porta principale, il termovalorizzatore lo ha fatto rientrare dalla finestra . In che modo? Semplice! In un incontro pubblico avvenuto nel giugno scorso ha annunciato, tra applausi e consensi, di aver avuto il coraggio di dire no all’inceneritore e di aver voluto cambiare strada
. Sembrava allora che l’idea poco vincente di bruciare tutta l’ultradecennale unica discarica valdostana fosse stata per sempre accantonata
. L’annuncio è stato invece che la città di Aosta avrà, tra qualche tempo, ben 2 cogeneratori a gas, 4 caldaie sempre a gas ed una caldaia a biomassa, mentre solo il 15% sarà il famoso teleriscaldamento atteso da anni utilizzando l’impianto di raffreddamento dell’azienda siderurgica per acciai speciali Italsider (ex-Cogne). Il tutto supportato da delibere di Giunta, con anche il nome dell’impresa privata che gestirà il tutto: e cioè la Telcha, che raggruppa il CVA Spa (Compagnia valdostana delle acque, società che produce energia elettrica controllata dalla Regione Valle d’Aosta e presieduta da Riccardo Trisoldi) , la Sea (Società Energetica Aostana Srl gestione calore che, dal sito internet si legge “Vanta una notevole esperienza nella costruzione di centrali e reti di teleriscaldamento, pompe di calore per grandi impianti, cogeneratori sia tramite motori endotermici che microturbine”, azienda che gestisce già due centrali in alta Valle d’Aosta. Tra i partners la Sea annovera la suddetta CVA, i Fratelli Ronc di cui diciamo dopo, la Finaosta vale a dire la Finanziaria valdostana della Regione Autonoma Valle d’Aosta ndr) ed i Fratelli Ronc (questi ultimi si occupano di energia idroelettrica, centrali idroelettriche ed energia pulita ndr).
C’è però qualche fondato dubbio da parte dei valdostani – almeno quelli più sensibili alla salute della popolazione ed al rispetto dell’ambiente e della natura – che il “carburante” che verrà bruciato in questi impianti sarà forse tutto il Combustibile da Rifiuti di Qualità (in sigla CDRQ), vale a dire tutti i rifiuti. «Quello che più preoccupa – dice Rosetta Bertolin, ambientalista valdostana di vecchia data – è che lo scopo principale non è più riscaldare una parte di Aosta, ma di utilizzare l’impianto termico per produrre energia elettrica e quindi di farlo funzionare tutto l’anno e con grosse quantità di combustibile». Il tutto per ricavarne «un duplice profitto – continua a Bertolin – la vendita dell’energia elettrica e i certificati verdi che l’Europa paga a chi produce energia pulita. Ciliegina sulla torta: l’ARPA ha scoperto che la mega-centrale inquinerà di più delle attuali piccole centrali».
Una scelta alquanto discutibile, fanno osservare i Verdi valdostani (che però incidono poco nelle decisioni e nelle votazioni in quanto sono fuori dal Palazzo del Consiglio Regionale valdostano ndr), che porterà tanto inquinamento in più, problemi ulteriori per la salute pubblica, problemi sul suolo e perdita di turismo. Per non parlare poi del costo economico: dolo per avviare la centrale 5,6 milioni di euro, mentre il costo finale sarà di 74 milioni di euro).
«E’ la classica ricetta berlusconiana – conclude amareggiata la Verde Bertolin – tutti pagano perché pochi possano arricchirsi».
Per l’Osservatorio valdostano di Legambiente, associazione ambientalista, si ha l’impressione che attualmente in Valle d’Aosta si stia attuando un pesante ed incontrastato attacco al territorio mai accaduto, ma anche al quadro normativo che lo regolamentava.” di Davide Pelanda.
Fonte: [qui]
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