Le invenzioni del secolo – Consigli per i regali di Natale

Leggo spesso il blog di Selvaggia Lucarelli e il 99% delle volte muoio dal ridere!

Oggi la mia attenzione è stata catturata da questo post: le invenzioni del secolo

Consiglio a tutti di leggerlo, ne vale davvero la pena!!!

Però il micio nell’angolino che fa i suoi bisogni nella fantastica toilette per gatti ad angolo mi fa troppa tenerezza! Povero micio chissà cosa penserà!

Menzione d’onore anche per l’aggeggio per chi non sa dove mettere le banane: appendibanane  

E per chi invece non può permettersi un soggiorno in qualche località termale, ecco la fantastica sauna domestica (si veda la faccia felice della “modella”…)

Mah!

Quanto guadagnano gli italiani?

Su La Stampa di oggi – domenica 26 novembre 2006 – ho letto un articolo molto interessante e purtroppo indicativo sulla situazione lavorativa italiana.

Impiegati, il salario piange
FRANCESCO SPINI
MILANO

Chi ha poco da lamentarsi sono sempre loro: dirigenti e quadri. Gli operai guadagano meno, ovvio, ma vedono comunque stipendi medi in salita. Per gli impiegati, invece, il dato è quantomeno sconfortante: negli ultimi cinque anni il loro stipendio è cresciuto meno dell’inflazione: +8,6% contro un carovita salito del 10,8%. Insomma, nel 2001 i colletti bianchi guadagnavano 24.226 euro, nel 2006 26.321, poco più di 2 mila euro in più. I dirigenti invece, passati da 81.346 a 100.006 euro, avanzano non di 2 ma di quasi 20 mila euro; i quadri passano da 40.885 a 49.974, 9 mila euro in più.

A spulciare nelle buste paga di tutt’Italia ci ha pensato Adecco che, assieme alla società di ricerca OD&M, ha scattato la fotografia di un mondo del lavoro che paga sempre meno, premia i dirigenti e colpisce quella che una volta si chiamava classe media. Gli operai se la cavano, con salari in crescita del 15,4% (da 18.690 a 21.568 euro), sostanzialmente stabili da un punto di vista di incremento reale. Chi invece soffre oggi più di cinque anni fa sono i neolaureati. I loro stipendi iniziali sono più bassi oggi che nel 2001. A 1-2 anni dalla laurea, ad esempio, in uno dei settori dove ci sono più richieste, quello tecnico, cinque anni fa il laureato guadagnava 22.778 euro. Oggi ne racimola 22.337, il 2,8% in meno. Colpa di un mercato del lavoro cambiato in fretta, spiegano gli esperti, che costringe i neolaureati, pur di lavorare, ad accontentarsi di qualifiche sempre più basse, un tempo destinate a lavoratori con un curriculum scolastico inferiore.

L’Italia non è tutta uguale. Milano risulta come la città più «felice» un po’ per tutti. Sotto la Madonnina gli impiegati, ad esempio, guadagnano 28.066 euro, il 6,66% in più della media nazionale. Nel Nord Ovest si scende di mille euro, a Napoli di 4.500 euro. Spulciando tra i mestieri un tempo più invidiati, il bancario ad esempio, il più povero vive nel Sud, dove guadagna tra 17 e 24 mila euro, il più ricco a nel Nord Ovest, con una forchetta di 19-27.300 euro. Stessa cosa per un magazziniere che da un minimo di 16 mila euro guadagnati a Roma, arriva a un massimo di 22,9 percepiti nelle regioni del Nord Ovest.

In termini assoluti i dirigenti (non i top manager, ovviamente) più pagati, con un massimo di 217 mila euro, sono i responsabili stile del settore moda. I controllori del traffico aereo, con picchi di 80 mila euro svettano tra i quadri, mentre tra gli impiegati trionfano i responsabili marchi e brevetti, coi loro 42 mila euro massimi. I più poveri tra gli impiegati? Gli addetti di call center, che al massimo possono arrivare a 23 mila euro.

Beh… Si spiegano tante cose… Credo sia normale che l’Italia sia uno (forse “il”) dei Paesi industrializzati con meno laureati. Se la situazione che si profila dopo la laurea è quella sopra descritta, non c’è da stupirsi! Purtroppo l’ho sperimentato sulla mia pelle… Non bisogna mai disperare e si deve cercare di darsi da fare il più possibile (mai gettare la spugna!), ma è nell’ordine delle cose che ci siano momenti di forte sconforto e di voglia di mollare tutto e di trasferirsi altrove se la situazione lavorativa italiana è arrivata a questo livello. Tra l’altro, dopo anni di studio (ovviamente non retribuito) pretendere qualcosina in più non credo sia un reato! A me alla fine è andata bene (spero! https://www.patrickweb.it/blog/?p=25 ), ma per quanti – anche a distanza di anni dalla laurea – non sarà così??

Cinema: Anplagghed al cinema

Trailers: qui

Pensavo fosse un film, non mi ero informato, invece era proprio lo spettacolo teatrale che hanno fatto dal vivo e poi adattato per il cinema. Beh, diciamo che al cinema è bello e comodo… però sono sicuramente meglio dal vivo! Il grosso vantaggio è che al cinema puoi goderti i primi piani di quei faccioni che fanno ridere già prima che aprono bocca

…. eh no è… io non ho il giardino…

Leggere, che passione – Parte Terza

Come da titolo… Ecco la terza parte! Le prime 2 sono qui: https://www.patrickweb.it/blog/?p=27
https://www.patrickweb.it/blog/?p=30

Vorrei incominciare con un libro che ho letto da ragazzina – avrò avuto 12-14 anni - e di cui conservo un bel ricordo. Si intitola Il giardino di mezzanotte di Philippa Pearce. Il genere è fantastico. In sintesi: quando due persone desiderano ardentemente la stessa cosa, il desiderio può materializzarsi ed esse vivranno la medesima esperienza insieme, al di là del tempo, dello spazio, dell’età. Durante un noioso soggiorno forzato in casa degli zii, Tom soffre in modo intollerabile della mancanza di un giardino e di un compagno di giochi. Ma nell’ora magica battuta da un vecchio orologio, le tredici di notte, al posto di uno squallido cortile ecco apparire a Tom un giardino fantastico eppure reale, pieno di alberi, aiuole e profumi. Vi sono anche persone vestite all’antica, tra cui Hatty, bambina vittoriana. Sono fantasmi? Perché Hatty continua a crescere fino a farsi donna, mentre Tom, pur volendola seguire, rimane bambino? E’ un libro magico e misterioso, a tratti commovente. Consigliato a tutti i sognatori, bambini e non.

L’amicizia di Marco Tullio Cicerone. Saggio classico, per nulla noioso e di facile lettura, sia per la chiarezza del linguaggio che per la brevità (soltanto una cinquantina di pagine!). E’ un’opera che può stimolare la riflessione e aiutare a comprendere meglio temi e situazioni in tutto e per tutto simili a quelli che si presentano nella società moderna. Riassuntino: attraverso il protagonista Caio Lelio e gli interlocutori Caio Fannio e Quinto Mucio, Cicerone sviluppa le sue elaborazioni sul rapporto tra le persone: con argomentazioni chiare e lineari, egli riesce a superare il livello dell’arido ragionamento, trattando con autentica passione questo tema di così ampio respiro. Questo elogio di un sentimento creduto così comune ma in realtà difficile a trovarsi è uno dei più belli di tutta la letteratura: idealizzato, appagante, e, sebbene retorico in larga parte, pone, con il suo limite di perfezione ideale, le basi per una migliore comprensione e realizzazione dell’amicizia anche nei lettori moderni.

Guerra e pace di Lev. N. Tolstoj. Ehm…Qui c’è da fare una premessa: non credo che avrei mai letto “spontaneamente” un libro di tali dimensioni (all’incirca 2000 pagine…) se il relatore della mia tesi non me l’avesse caldamente consigliato. Il primo pensiero che ho avuto quando l’ho comprato è stato “ma quello – il professore – è matto!!!“. Poi però… Ho cominciato con la lettura e devo dire che mi ha subito incuriosita. Si tratta di un romanzo storico, ma la storia è affrontata da un punto di vista soggettivo e mai banale, gli eventi sono raccontati nei minimi particolari e non manca la storia d’amore. Fatto sta che, dopo qualche giorno di lettura, ho iniziato a portarmi il libro ovunque, un po’ perché dovevo finirlo in tempi relativamente brevi e un po’ perché non mi dispiaceva, anzi… Un capitoletto della mia tesi, poi, l’ho dedicato proprio a quest’opera immensa (nello specifico: Lev. N. Tolstoj: Da “Guerra e Pace” a “Il regno di Dio è in voi” – Tolstoj e la teoria dei grandi uomini – “Cristianesimo e pacifismo” e “Il regno di Dio è in voi”). Consiglierei Guerra e Pace ai lettori esigenti e “coraggiosi”, che non si lasciano spaventare dalla mole del libro, che amano la storia “romanzata” e che vogliono grandi avvenimenti e grandi pensieri dalle loro letture. Per chi volesse approfondire, ecco una recensione interessante: in quest’opera Tolstoj propone la sua concezione della storia, in aperta frattura con il passato e presente della storiografia: mentre al tempo gli storici credevano che la storia fosse fatta dal potere nelle mani di figure privilegiate, oppure della stampa e della cultura, l’autore russo crede fermamente nell’ineluttabilità del continuum storico, indipendente da eroi o potenti che si ritrovano ad essere strumenti del volere del popolo. Secondo Tolstoj sono serie di accadimenti, circostanze particolari, piccole occasioni o moti contingenti a decretare il concretizzarsi dei movimenti dei popoli, e le decisioni che si impongono sono solo alcune tra le decine di migliaia espresse in precedenza, e ci danno così l’idea della loro acuta e libera scelta, mentre sono solo frutto di situazioni imposte. L’autore nell’ultima parte dell’opera riflette poi sul concetto di libero arbitrio opposto alla necessità; confronta l’idea di libertà decisionale, che ha la nostra coscienza, con il concetto di ineluttabile necessità delle nostre azioni, che viene accettato dalla nostra ragione: un compito cui l’autore prodiga le sue energie, scardinando dalle fondamenta le ipotesi più misere e l’emotività che ci porterebbe a errare. Chi si avvinasse a “Guerra e pace” dopo aver letto queste prime righe crederebbe sia più un trattato che un romanzo: ma in questa grandiosa opera la concezione storica e umana è la struttura fondamentale che permette l’evolversi della narrazione, un intreccio vivido e sapientemente descritto. Tra più di cinquecento personaggi presentati, i protagonisti del volume vivono e muoiono, tra splendidi tratteggi letterarie, argute considerazioni umane e morali che solo un grande autore come Tolstoj riesce a presentarci in modo così chiaro e diretto. Sono molte le emozioni suscitate in quest’opera: partecipazione alle gesta di quelli che abbiamo eletto a nostri eroi del racconto, odio verso le incomprensioni, fastidio, commozione, tristezza, gioia, felicità incondizionata: una visione corale del sentimento umano tratteggiata con dovizia di particolari.

Passiamo ora ad una lettura facile e leggera! Sola come un gambo di sedano di Luciana Littizzetto. Libro molto divertente, carico di autoironia e ottimo come antidepressivo naturale! Di certo non è un libro impegnativo, si legge con facilità ed in pochissimo tempo. Consigliato a chi ha voglia di farsi 2 risate, di staccare la spina e di abbandonarsi ad una lettura frizzante, esilarante e scorrevole! La comicità della Littizzetto, poi, è sempre graffiante e azzeccata!Riassuntino: l’interprete comica torinese propone una raccolta di personalissime e disincantate riflessioni sulle donne e il loro rapporto con il mondo. Innanzitutto il mondo degli uomini: quest’universo sconosciuto e incomprensibile, oggetto allo stesso tempo di desiderio e critica impietosa, in cui si possono riconoscere esemplari unici e indimenticabili come lo “star man”, l’uomo delle caverne, il saputello, il distratto, il pignolo e persino l’uomo che sa di sciroppo. Ma non sono solo i maschi il bersaglio della pungente ironia della Littizzetto: anche le donne (lei per prima) ne fanno le spese, con tutte le loro piccole manie, paure e indecisioni. Tra i divertentissimi e brevi ritratti femminili occupa un posto rilevante quello della “single un po’ frollata” (categoria in cui si include la stessa autrice), vittima delle situazioni più impietosamente assurde e tragicomiche, perennemente incompresa e alla costante ricerca dell’amore tra infinite delusioni e amari insuccessi. Un libro pieno di situazioni e personaggi grotteschi ed esilaranti, che propone un ritratto ironicamente impietoso della nostra società e conferma l’eccezionale talento comico della Littizzetto e la sua capacità di fare ridere cogliendo e mettendo in piazza il lato ridicolo di ognuno, compresa se stessa.

Ok, per oggi chiudo qui! Ho un sonno…….

AUGURI PATRICK!!!

Oggi è il compleanno di una persona speciale… Una persona che non ama molto le manifestazioni d’affetto (seeeee, questo è quello che vuol far credere…) ma io faccio sempre di testa mia e quindi…

BUON VENTOTTESIMO COMPLEANNO PATRICK!!!!

A proposito di ventottesimo… Eh???!

E ricorda, il giorno di nascita di una persona (soprattutto se trattasi di persona a cui vogliamo bene) non è MAI un giorno come un altro!