Quanto guadagnano gli italiani?

Su La Stampa di oggi – domenica 26 novembre 2006 – ho letto un articolo molto interessante e purtroppo indicativo sulla situazione lavorativa italiana.

Impiegati, il salario piange
FRANCESCO SPINI
MILANO

Chi ha poco da lamentarsi sono sempre loro: dirigenti e quadri. Gli operai guadagano meno, ovvio, ma vedono comunque stipendi medi in salita. Per gli impiegati, invece, il dato è quantomeno sconfortante: negli ultimi cinque anni il loro stipendio è cresciuto meno dell’inflazione: +8,6% contro un carovita salito del 10,8%. Insomma, nel 2001 i colletti bianchi guadagnavano 24.226 euro, nel 2006 26.321, poco più di 2 mila euro in più. I dirigenti invece, passati da 81.346 a 100.006 euro, avanzano non di 2 ma di quasi 20 mila euro; i quadri passano da 40.885 a 49.974, 9 mila euro in più.

A spulciare nelle buste paga di tutt’Italia ci ha pensato Adecco che, assieme alla società di ricerca OD&M, ha scattato la fotografia di un mondo del lavoro che paga sempre meno, premia i dirigenti e colpisce quella che una volta si chiamava classe media. Gli operai se la cavano, con salari in crescita del 15,4% (da 18.690 a 21.568 euro), sostanzialmente stabili da un punto di vista di incremento reale. Chi invece soffre oggi più di cinque anni fa sono i neolaureati. I loro stipendi iniziali sono più bassi oggi che nel 2001. A 1-2 anni dalla laurea, ad esempio, in uno dei settori dove ci sono più richieste, quello tecnico, cinque anni fa il laureato guadagnava 22.778 euro. Oggi ne racimola 22.337, il 2,8% in meno. Colpa di un mercato del lavoro cambiato in fretta, spiegano gli esperti, che costringe i neolaureati, pur di lavorare, ad accontentarsi di qualifiche sempre più basse, un tempo destinate a lavoratori con un curriculum scolastico inferiore.

L’Italia non è tutta uguale. Milano risulta come la città più «felice» un po’ per tutti. Sotto la Madonnina gli impiegati, ad esempio, guadagnano 28.066 euro, il 6,66% in più della media nazionale. Nel Nord Ovest si scende di mille euro, a Napoli di 4.500 euro. Spulciando tra i mestieri un tempo più invidiati, il bancario ad esempio, il più povero vive nel Sud, dove guadagna tra 17 e 24 mila euro, il più ricco a nel Nord Ovest, con una forchetta di 19-27.300 euro. Stessa cosa per un magazziniere che da un minimo di 16 mila euro guadagnati a Roma, arriva a un massimo di 22,9 percepiti nelle regioni del Nord Ovest.

In termini assoluti i dirigenti (non i top manager, ovviamente) più pagati, con un massimo di 217 mila euro, sono i responsabili stile del settore moda. I controllori del traffico aereo, con picchi di 80 mila euro svettano tra i quadri, mentre tra gli impiegati trionfano i responsabili marchi e brevetti, coi loro 42 mila euro massimi. I più poveri tra gli impiegati? Gli addetti di call center, che al massimo possono arrivare a 23 mila euro.

Beh… Si spiegano tante cose… Credo sia normale che l’Italia sia uno (forse “il”) dei Paesi industrializzati con meno laureati. Se la situazione che si profila dopo la laurea è quella sopra descritta, non c’è da stupirsi! Purtroppo l’ho sperimentato sulla mia pelle… Non bisogna mai disperare e si deve cercare di darsi da fare il più possibile (mai gettare la spugna!), ma è nell’ordine delle cose che ci siano momenti di forte sconforto e di voglia di mollare tutto e di trasferirsi altrove se la situazione lavorativa italiana è arrivata a questo livello. Tra l’altro, dopo anni di studio (ovviamente non retribuito) pretendere qualcosina in più non credo sia un reato! A me alla fine è andata bene (spero! https://www.patrickweb.it/blog/?p=25 ), ma per quanti – anche a distanza di anni dalla laurea – non sarà così??

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